Quando presento Stefano Guerrini a qualcuno dico sempre che lui è un archeologo del Pop. Quel Pop che va oltre la musica, ma sconfina nell’arte, nella moda, nella vita stessa. Che lui adori Madonna è cosa nota a tutti. Ma come l’ha “scoperta” quando e perchè sia entrata nella sua vita e cosa rappresenti un po’ meno … leggete il pezzo che segue e lo scopirete

Stefano Guerrini:

Ho sempre raccontato che sono cresciuto davanti alla televisione. Ero, per molti motivi che ho focalizzato poi da adulto, un bambino molto solo e preferivo perdermi nella fantasia e nelle storie della vecchia Hollywood, di Fred e Ginger, piuttosto che cercare amici veri, considerando che non avevo quasi interessi comuni coi miei coetanei, e un paio di episodi di bullismo non avevano fatto nascere in me una gran voglia di scoprire i bambini del vicinato.

Un giorno, erano i primi anni ottanta, mi ritrovai davanti ad una trasmissione musicale, poteva essere “Discoring” o simile, e fu presentata una cantante che veniva da New York dal nome strano, tale Madonna. Sul palco uscì una tipa vestita con quelli che mia madre avrebbe potuto definire stracci.

Partì la base, la canzone era “Holiday”, ma nella mia testa io ho il ricordo anche di “Burning up”, ma chissà se è un ricordo vero o un mix di momenti diversi, fatto è che quel misto di sfrontatezza e menefreghismo, quello stile totalmente nuovo nel ballare e nel vestirsi, mi conquistarono.

Se quello fu il mio primo approccio con la Ciccone, tanti son stati i momenti che ho vissuto con lei, grazie a lei e alla sua musica.

Ricordo una gita scolastica in cui la colonna sonora è stata “Live to tell”, ricordo la mia fascinazione per la sua spudorata imitazione di Marilyn in “Material girl”. Ricordo la prima volta che la vidi in tour, a Londra, nel 1987, al Wembley Stadium, e pochi giorni dopo a Torino, tappa del tour che poi divenne il famoso “Ciao, Italia!”.

E quindi posso dire di essere anche parte di un documento che fece epoca. Oppure quando andai al cinema a vedere “Truth or dare” con a fianco mia sorella, che non c’è più, e questo rende il ricordo ancor più malinconico.

Potrei andare avanti per ore, perché senza scendere nei fanatismi più arditi, semplicemente potrei dire che Madonna con le sue canzoni è stata la colonna sonora della mia vita.

I suoi testi mi hanno fatto pensare e crescere, la sua voce mi ha fatto piangere ed è stata la mia voce in momenti tanto drammatici, così come le note più allegre hanno accompagnato i miei passi danzerecci, mentre i testi più sfrontati hanno suscitato in me orgoglio per quello che ero e riflessione su quello che avrei voluto essere.

Non riesco a scindere il mio percorso personale dalla carriera di Madonna, come una presenza amica lei è sempre stata lì per me, rifugio o momento di ricarica, gioia o momento introspettivo.

E se ancora oggi “Vogue” riesce a farmi ballare e sentire totalmente splendente, mentre “This used to be my playground” o “Masterpiece” mi portano nella desolazione più totale, perché capaci di toccare corde estremamente intime e personali, mi piace ricordare la frase iniziale di “Into the groove”: “And you can dance For inspiration / Come on / I’m waiting…”, un invito a lasciarci andare e a raggiungerla in mezzo alla pista, il permesso di essere protagonisti della propria vita, il diritto di sognare che il mondo possa essere migliore, perché al centro di quella pista tutti possiamo brillare, tutti abbiamo delle possibilità, tutti possiamo realizzarci, amare ed essere liberi. E Madonna non ha mai smesso di ricordarcelo.

A proposito dell'autore

Secondogenito e gemelli: questo la dice lunga sul mio carattere. “Ottantologo”, Pop addicted, nel corso degli anni ho collaborato con diverse testate, tra cui L@bel, Progress e Aut. La moda è la mia passione più grande perché è cultura, è visione sociologica della vita e del mondo. Freitag addicted le vorrei avere tutte. La Rete è la mia seconda casa. Sono dieci anni che il mio avatar è Psikiatria80, nome del mio primo blog, ma anche di tutti i miei profili sui tanti social network.

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