A Roma fino al 29 novembre in mostra al Museo dell’Ara Pacis, gli archivi e le produzioni delle più importanti sartorie di Costume romane

Quando con Clara Tosi Pamphili all’inizio dell’anno abbiamo fatto la ricognizione degli archivi delle sartorie romane per me è stato come entrare in una forestaGli archivi dei costumi sono per me un luogo vivo, vivente, non sono un museo, non sono un archivio, sono un foresta piena di piante quindi di elementi viventi.” ha dichiarato Tilda Swinton* nella conferenza stampa di presentazione di Romaison.

Sinceramente credo che una metafora più bella di quello che è stato visitare le collezioni e gli archivi di Annamode, Costumi d’arte – Peruzzi, Farani, Pieroni, Tirelli, le grandi sartorie di Costume romane,  non l’avevo mai sentita.

L’idea di quegli abiti come elementi vivi e viventi è straordinaria perché è vero che attraverso quelle creazioni hanno preso vita tutti i personaggi che sono diventati la storia del cinema e, inevitabilmente, anche la nostra storia.

Clara Tosi Pamphili,storica e critica della moda, curatrice del progetto Romaison, ha selezionato una parte importante di questi manufatti iconici e ha creato un percorso, negli spazi del Museo dellAra Pacis, che rievoca la dimensione dei laboratori atelier che va dalla creazione, al salottino di prova fino alla passerella, in cui si potrà conoscere da vicino l’aspetto creativo e di ricerca, le tecniche uniche ed entrare in contatto con gli archivi privati e le collezioni delle sartorie.

Proprio grazie alla curatrice ho avuto modo di visitare queste sartorie e mi sono riconosciuto nelle parole d’amore di Tilda Swinton perché una volt lì inizia un viaggio nel tempo, nella memoria, nelle sensazioni e inevitabilmente nei nostri ricordi legati ai film di cui quei costumi sono protagonisti.

Quando in mostra ho visto i costumi di “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pasolini ho subito sentito nelle orecchie la voce della signora Vaccari in un misto di repulsione e fascino – che poi è la caratteristica stessa di quel film -.

Davanti all’abito di Jane Fonda in “Barbarella” è impossibile non pensare a quanto quel costume di metallo abbia significato per la liberazione sessuale delle donne e non solo  giusto per citare due delle tante cose esposte.

Quei manufatti mostrano la loro vitalità e immortalità anche attraverso bozzetti dell’archivio personale di Gabriele Mayer.

Una sezione della mostra è dedicata a Mensura laboratorio che da più di mezzo secolo produce manichini. Il manichino è fondamentale per il lavoro della sarta o del sarto, indispensabile nelle esposizioni, nelle vetrine.

Il manichino è un oggetto/soggetto che va raccontato e capito. Quelli realizzati da Mensura sottolineano il rapporto fra arte e artigianato con pezzi autentici che sono il confine tra scultura e manichino.

Cinema + costume + artigianato +  moda = Roma. Romaison è l’essenza di questo rapporto indissolubile.

*Tilda Swinton insieme a Olivier Saillard avrebbero dovuto realizzare la performance “Embodying Pasolini” al Macro Testaccio con i costumi creati per i film di Pier Paolo Pasolini per ovvi motivi è purtroppo slittata al 2021, ma  da quel poco che ci hanno detto varrà la pena per  poterla vedere.

Dove: Museo dell’Ara Pacis- Lungotevere in Augusta (angolo Via Tomacelli) Roma
Orari

Info:

060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 19.00)
www.romaison.it;
www.arapacis.it;
www.museiincomuneroma.it;
www.zetema.it

 

 

A proposito dell'autore

Secondogenito e gemelli: questo la dice lunga sul mio carattere. “Ottantologo”, Pop addicted, nel corso degli anni ho collaborato con diverse testate, tra cui L@bel, Progress e Aut. La moda è la mia passione più grande perché è cultura, è visione sociologica della vita e del mondo. Freitag addicted le vorrei avere tutte. La Rete è la mia seconda casa. Sono dieci anni che il mio avatar è Psikiatria80, nome del mio primo blog, ma anche di tutti i miei profili sui tanti social network.

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