Franco Moschino è morto ventisei anni fa ma le sue idee e i suoi messaggi sono fin troppo attuali!!

Ieri, diciotto settembre, era l’anniversario della morte di Franco Moschino.  Forse per il primo anniversario, ricordo che su una rivista – probabilmente “Amica” – @diegodallapalma_official scrisse una bellissima lettera di ricordo al suo Amico Franco.
Per anni l’ho conservata e rileggendola ogni volta era come se fosse diversa perché nel frattempo scoprivo nuove cose su di lui e sulla moda, crescevo e crescevano le mie conoscenze, la mia consapevolezza, cambiava anche cosa io amassi della moda.
In quella lettera c’era una frase che mi è rimasta impressa che faceva più o meno così:”Caro Franco vedessi quelle giornaliste scandalizzate per le tue presentazioni come fossero al mercato a Via Palestro oggi come applaudono per una moda molto più volgare”.
Le idee di Moschino erano “difficili da digerire” perché erano una innanzitutto una critica sociale, perché lanciavano messaggi, perché pretendevano di essere capite e per farlo chiedevano di mettersi in discussione. Liquidare le sue creazioni come ironiche o divertenti era sicuramente più facile e rassicurante e metteva d’accordo tutti.
Oggi, che la copertina di @vanityfairitalia del numero in edicola voluta dal direttore @marchettisimone è dedicata ad un agghiacciante fatto di cronaca e parla di fermare l’odio, la violenza e la deriva che questa società ha preso, le sue campagne senza merce – come questa contro il razzismo che ho postato – sarebbero ancora tristemente necessarie.
Forse il motivo perché ho sempre amato Moschino e perché, oltre a creare dei capi perfetti, ha sempre avuto qualcosa da dire.
Se volete conoscere meglio le creazioni vintage di Moschino vi consiglio la pagina Instagram @mosc.hifo che ha un archivio meraviglioso.

A proposito dell'autore

Secondogenito e gemelli: questo la dice lunga sul mio carattere. “Ottantologo”, Pop addicted, nel corso degli anni ho collaborato con diverse testate, tra cui L@bel, Progress e Aut. La moda è la mia passione più grande perché è cultura, è visione sociologica della vita e del mondo. Freitag addicted le vorrei avere tutte. La Rete è la mia seconda casa. Sono dieci anni che il mio avatar è Psikiatria80, nome del mio primo blog, ma anche di tutti i miei profili sui tanti social network.

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