LA MECCANICA DEI MOSTRI. DA CARLO RAMBALDI A MAKINARIUM
22 ottobre 2019 > 6 gennaio 2020 a cura di Claudio Libero Pisano
Mostra promossa da  Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale
Azienda Speciale Palaexpo

Per noi che siamo stati bambini degli anni ’80 il nome Carlo Rambaldi significa innanzitutto E.T. l’extraterrestre che, dimenticato per sbaglio sulla terra, grazie all’amicizia pura e spontanea, senza confini geografici, senza razza, di Elliot riesce dopo tante peripezie a far tornare indietro la sua astronave per tornare a casa.

Carlo Rambaldi è stato quello, ma anche molto di più. Ha inventato il modo di far muovere le creature meravigliose che hanno popolato il cinema rendendo gli effetti speciali dei film da elementi di contesto a protagonisti.

Le sue creature, oltre a fargli vincere tre premi Oscar, sono diventate iconiche, sono state capaci di rubare la scena agli attori in carne ed ossa, da E.T., appunto, a King Kong, ma anche Alien, Pinocchio, senza dimenticare i soldati alieni di Barbarella, i vermi giganti di Dune.

Alcune di queste creature si possono incontrare fino al sei gennaio al Palazzo delle esposizioni di Roma grazie alla mostra “La meccanica dei mostri. Da Carlo Rambaldi a Makinarium

Come dice il titolo l’intento dell’esposizione è quello di farci scoprire le tecniche, il lavoro, le meccaniche appunto che hanno reso possibile far muovere, avere espressioni a volte terrificanti a volte struggenti di questi esseri mostruosi e potenzialmente pericolosi e far conoscere la nuova generazioni di artigiani, artisti, creativi, che lavorano nel mondo degli effetti speciali e che, nonostante viviamo nell’era digitale, hanno recuperato e attualizzato, abbinandole al digitale le “vecchie” tecniche della meccatronica.

Il parallelismo con Carlo Rambaldi si ha con Makinarium la factory che si è fatta conoscere,  cinematograficamente parlando, con il visionario  “Il racconto dei racconti” di Matteo Garrone –  favola classica con tutti gli archetipi del mondo dei racconti magici – e che ha fatto irruzione nel mondo della moda creando per Gucci di Alessandro Michele teste mozzate, draghi, camaleonti e tutto ciò che potesse arricchire la narrazione di quella sfilata che è ormai scolpita nella roccia della storia della moda.

Nonostante veniamo portati nel dietro le quinte di questo lavoro fantastico e rigoroso non c’è il rischio di perdere la magia o il terrore che queste creature hanno esercitato e esercitano tuttora su di noi.

Capire quanta artigianalità c’è  in quei lavori, riuscire a percepire la passione e la follia – un pizzico in un artista ci deve essere – che dà vita ai nostri beniamini fa crescere ancora di più l’amore che proviamo per loro.

Una volta fuori si ha la consapevolezza che l’Italia è sempre stata all’avanguardia in tutti i campi dove la creatività si esprime prima col cuore, con la manualità,  che con i software!

 

 

 

 

A proposito dell'autore

Secondogenito e gemelli: questo la dice lunga sul mio carattere. “Ottantologo”, Pop addicted, nel corso degli anni ho collaborato con diverse testate, tra cui L@bel, Progress e Aut. La moda è la mia passione più grande perché è cultura, è visione sociologica della vita e del mondo. Freitag addicted le vorrei avere tutte. La Rete è la mia seconda casa. Sono dieci anni che il mio avatar è Psikiatria80, nome del mio primo blog, ma anche di tutti i miei profili sui tanti social network.

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