Prima di scoprire de, Paolo de Vivo per me era il pr di moda. Gli ho  chiesto  di raccontarmi il suo progetto.

“Meglio uno ma buono che tanti e poi li devi buttare”. Questa massima popolare è una citazione di Gina (Cinzia Leone) in “Parenti serpenti” mentre parla con la odiata cognata Milena, alias Monica Scattini, che sente che indossa un prezioso cardigan di Cachemire. 

La stessa filosofia con cui Paolo de Vivo ha lanciato il progetto de scelgo di produrre pochi capi essenziali e semplici, lavorati con estrema cura e i migliori materiali, per rimpadronirci del nostro tempo e della qualità delle cose che ci circondano. 

La sua idea è quella di rieditare in chiave contemporanea il pullover classico del guardaroba maschile, attraverso l’uso di materiali e produzione di altissima qualità. i filati naturali utilizzati sono di un’azienda inglese a conduzione familiare, che si tramanda questo mestiere dal 1700.

Per trasformarlo in caldo e morbidissimo pullover ogni pezzo viene rimagliato artigianalmente da uno storico maglificio milanese.

Un solo modello, una maglia con punto a coste inglese in versione a collo alto e girocollo, è l’idea sulla quale si sviluppa la collezione che “cambia” solo nei filati e nelle tonalità di colore. 

Otto diversi colori per i filati, ogni filato attraverso le sue caratteristiche crea dei fit diversi a seconda della propensione naturale del filato stesso. Nascono così quattro nuove forme.

Otto sono i colori per i capi realizzati utilizzando il filato lamb’s wool, che rende la maglia solida e strutturata, due nuance per il camel hair, filato caldo e moderno, quella nera e la più tradizionale beige; quattro per lo shetland, adatto a chi cerca un capo compatto e “ruvido” al tatto e due per il baby alpaca dalla finitura morbidissima e cloudy.

Alla collezione, inoltre, si aggiungono alcuni accessori basic realizzati con l’esperienza artigiana italiana del lusso come i foulard di puro batista di cotone bianco, orlati a mano, in tre taglie diverse con dimensioni di 90, 60 e 45cm o i gioielli in collaborazione con l’impresa artigiana Pikkio: una collezione di preziosi bracciali in cinque sfumature di pietre preziose, in ottone bagnato in oro e cristalli swarovski.

Ho chiesto a Paolo de Vivo di raccontarmi il suo progetto.

Prima di scoprire de, Paolo de Vivo per me era il pr di moda. Quando e perché hai deciso di realizzare il progetto?

Quella della maglieria è una passione di famiglia, tramandata da mia madre che era molto abile; ho iniziato a far fare dei golf su misura per me già a sedici anni, con un laboratorio ed i filati di Prato. L’idea della collezione è nata un anno fa in maniera spontanea senza pensarci su troppo, ragionando su un prodotto per il mio armadio.

Il tuo è un prodotto di altissima qualità, quanta ricerca c’è dietro la scelta dei filati usati per de?

Molta e molte prove servono a capire se un maglione renderà felice nel tempo chi lo indossa. La ricerca rende la moda ancora più interessante, questo l’ho sempre sostenuto e l’ho imparato dagli stilisti che ho affiancato per la comunicazione. i filati della collezione sono scelti con grande cura e testati prima di diventare un campione per la vendita; mi fido dell’esperienza di chi li produce e di chi li smacchina per me, per capire come performeranno al meglio senza perdere di valore.

Sinceramente con l’esperienza e i contatti acquisiti nel tuo lavoro non sarebbe stato più semplice proporre una collezione di cose più “semplici” e “commerciali”?

Purtroppo anche per il lavoro che mi piace fare, il commerciale ed il facile non fanno parte del mio gusto. La collezione è stata lanciata in showroom senza dichiararne l’autore proprio per capire quanto potesse viaggiare da sola, il “segreto” si è svelato da solo poco per volta e continuo a valutare le cose senza un occhio di riguardo ma in modo molto critico.

Quando hai ricevuto il primo capo finito che emozione hai provato?

Devo dire una sensazione molto forte; ho provato quello che vedo negli occhi dei designer con cui collaboro da tanti anni, un attimo di felicità.

Un uomo e una donna che vorresti vedere con indosso un tuo pezzo?

Mi piacerebbe condividere il comfort di questi maglioni e la semplicità del look con delle persone normali, de non è un progetto da promuovere ma una ricerca da rendere disponibile agli altri.

Ammetto che qualche soddisfazione me la sono già presa e qui fare il pr di professione mi ha aiutato. Un pullover di cotone è destinato a Michele Veronesi del resort 5 Palmas a Lanzarote con il quale condivido da sempre la passione per la maglieria, al quale mi sono ispirato per il rigore del suo guardaroba; un pull di cammello è per Carla Monti Arduini, una milanese col caschetto, che da magliaia raffinatissima mi ha corretto i difetti durante la produzione e mi sostiene dall’inizio.

Il primo campione è stato quello di Marina Guidi che prima di essere il mio agente commerciale è una amica che doveva assolutamente dirmi cosa ne pensava.

Hai organizzato e gestito infinità di interviste per i designer che hai rappresentato, ma adesso che sei dall’altra parte cosa si prova? C’è qualcosa che avresti voluto dire e mai lo hai fatto? Fallo ora!

Ahhah! Ti dico subito che gestire le interviste degli altri è molto più facile che rispondere a quelle che fanno a me. Spero che de parli da sola senza tante decorazioni, proprio come la collezione.

 

Foto per gentile concessione dell’Ufficio Stampa

A proposito dell'autore

Secondogenito e gemelli: questo la dice lunga sul mio carattere. “Ottantologo”, Pop addicted, nel corso degli anni ho collaborato con diverse testate, tra cui L@bel, Progress e Aut. La moda è la mia passione più grande perché è cultura, è visione sociologica della vita e del mondo. Freitag addicted le vorrei avere tutte. La Rete è la mia seconda casa. Sono dieci anni che il mio avatar è Psikiatria80, nome del mio primo blog, ma anche di tutti i miei profili sui tanti social network.

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