La presentazione del progetto “At Land” di (ES)* ARTISANAL By Fabrizio Talia durante l’ultima edizione di AltaRoma è stata per noi l’occasione per incontrare il designer Fabrizio Talia , che proprio a Roma lo scorso anno ha presentato la sua prima.

“At Land” è un viaggio nell’universo femminile che si attua attraverso tre diversi linguaggi, quello sartoriale con la presentazione di una capsule collection di tre capi classici realizzati in calde lane bianche, di foggia vagamente maschile, ma con un esito che è capace di cogliere una condizione profondamente intima della grazia femminile. Capsule in cui si consolida l’intesa stilistica con Iosselliani, che riprende la trama di un’antica tradizione orafa, declinando le suggestioni di gemme, ori e metalli in forme di ispirazione decò.

Una performance che ha saputo trasformare la semplicità di un abbraccio in un momento di fiducia e fusione. Un tableaux vivant di forte impatto emotivo, reso ancora più toccante dalle tensioni muscolari dei corpi dei due performer Alessandra Coppola e David Zagari sospesi nel vuoto.

E infine un video, realizzato in collaborazione con Fabio Mollo, in cui protagonista assoluta e Musa ispiratrice è Simonetta Gianfelici, la quale con la levità ineffabile della sua immagine, esprime e interpreta un testo di Maya Deren.

Lo abbiamo intervistato.

Com’è nato (ES)*ARTISANAL by Fabrizio Talia?

La mia collezione nasce dall’esigenza di creare qualcosa che sia di là del sistema Moda e di tutto ciò che rappresenta, volevo recuperare le arti fondamentali, la ricchezza artigianale italiana, che rischia di non essere più tramandata alle nuove generazioni.(es)* deriva dal suffisso di Socrate “es” che rappresenta l’indole, l’Io, l’idea di un progetto, mentre “Artisanal” è la realizzazione di quella stessa idea, la parte concreta.

Per cui (es)* Artisanal rappresenta il processo che porta dal progetto creativo all’esecuzione.

John Galliano, Moschino, Dolce&Gabbana, tutte collaborazioni eccellenti. Cosa ti hanno lasciato?

Tutte le collaborazioni che hanno arricchito la mia esperienza di sicuro mi hanno lasciato un grande senso di concretezza, hanno edificato e fortificato il mio punto di vista su cosa oggi sia la moda, su come sia strutturata e su quanto essa si fondi più che mai sulle esigenze del fruitore finale.

Di fatto posso affermare che le esperienze passate mi hanno insegnato a osservare la società all’interno della quale opera la moda di oggi.

Durante AltaRoma hai presentato un progetto sull’identità femminile attraverso tre linguaggi espressivi, che esplorano da tre diversi punti di vista lo stesso universo. Qual è la tua idea di femminilità?

La mia idea di femminilità comprende tutte quelle sfaccettature di un universo femminile che sfrutta oggi i codici vestimentari per imporsi nel contesto sociale contemporaneo, attingendo al passato, recuperando quegli stilemi che hanno eletto la donna a musa di tutte le arti.

Se la forza di un uomo è racchiusa nel suo senso d’immediatezza, per cui egli è creatura nell’“adesso”, la donna ha, viceversa, in sé, la forza dell‘”attesa”, a cui è consacrata dalla maternità; il tempo è costruito dentro il suo corpo nel senso di divenire, e tutto ciò che vede lei lo osserva nel processo del divenire pertanto la mia idea di femminilità è in continuo divenire, cerca di cogliere la condizione profondamente intima della femminilità come stato d’ineffabile grazia interiore.

Nel film realizzato con Fabio Mollo la protagonista era Simonetta Gianfelici. Com’è nata questa collaborazione e com’è stato lavorare con lei?

Simonetta Gianfelici incarna il ruolo di Musa ispiratrice, che con la levità ineffabile della sua immagine esprime, trasmette e diffonde un alone di suggestioni estetiche, che divengono specchio e riflesso di una bellezza interiore, che è anche bellezza etica e intellettuale, sintesi mirabile dell’universo estetico di (ES)*, che (ES)* elegge a tratto caratterizzante e aura del suo brand.

Ricordo il primo momento in cui ho incrociato il suo sguardo, la familiarità di tanta bellezza apparteneva a un retaggio d’immagini che hanno da sempre accompagnato il mio lavoro, riguardava il mio tentativo di rappresentare un’identità al femminile che credevo fosse scomparsa con le ultime dive che la nostra cultura ha conosciuto… collaborare con lei ha rappresentato il coronamento di un sogno che ha dato concretezza ai miei ideali estetici.

Qual è il tuo rapporto con la rete?

Oggi la rete permette una più vasta presa di coscienza di un orientamento sociale, attraverso la veloce fruizione d’immagini disponibili sulla rete è possibile inquadrare in maniera precisa il contesto sociale all’interno del quale siamo chiamati a operare, è segno di modernità come dicono in molti, per me testimonia solo di come le esigenze comuni siano mutate e suggerisce alternative utili per accontentarle.

A proposito dell'autore

Secondogenito e gemelli: questo la dice lunga sul mio carattere. “Ottantologo”, Pop addicted, nel corso degli anni ho collaborato con diverse testate, tra cui L@bel, Progress e Aut. La moda è la mia passione più grande perché è cultura, è visione sociologica della vita e del mondo. Freitag addicted le vorrei avere tutte. La Rete è la mia seconda casa. Sono dieci anni che il mio avatar è Psikiatria80, nome del mio primo blog, ma anche di tutti i miei profili sui tanti social network.

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